Nelle nostre abitazioni siamo, ormai, circondati da tantissimi elettrodomestici, grandi o piccoli che siano per sbrigare le faccende di casa.
Dal frigorifero che è indispensabile per tenere al sicuro i cibi che potrebbero deteriorarsi ai vari tipi di forno per tutti i tipi di cottura. Abbiamo lo statico, il ventilato, quello a microonde. E poi abbiamo i condizionatori per rinfrescarci in estate e riscaldarci in inverno. E ancora tutti i piccoli elettrodomestici come i robot da cucina, le impastatrice, le planetarie, i frullatori.
E ce ne sarebbero molti altri ancora.. Quelli di cui vogliamo parlarvi in questo articolo sono le aspirapolveri. Un apparecchio utilissimo per aspirare la polvere in tutti gli angoli, anche quelli più remoti delle nostre abitazioni. In questo caso, però, ci soffermeremo su un modello in particolare.
Parleremo, infatti, di un’aspirapolvere molto conosciuto: il Roomba J7 di iRobot. E’ un particolare aspirapolvere senza fili in grado di riconoscere gli ostacoli che gli si parano davanti ed evitarli. Beh, un dispositivo davvero ottimo, se non fosse per una cosa, una cosa soltanto, ma molto antipatica.
Come? Non ci credete? E fate male. Proprio così! E’ successo ad una signora mentre era in bagno seduta sul water e, poi, anche ad un bambino in un corridoio. A queste persone sono state scattate delle foto. Ma la lista di scatti non si ferma qui. Infatti, è una lista piuttosto lunga. Ovviamente, le foto sono tutte scattate dal basso verso l’alto data l’altezza esiguo del dispositivo.
Ma perchè succede questa cosa e dove arrivano, poi, le foto? Questi robot aspirapolvere fotografano tutto quello che trovano davanti per poi inviare il tutto a Scale AI che è una start up. Tutto ciò che arriva ad essa viene etichettato dai suoi dipendenti. Questa etichettatura servirà a migliorare proprio le macchine che hanno scattato le foto e inviato i dati.
Servirà, quindi, a migliorare il loro lavoro e le loro funzionalità. Ma, nonostante la società abbia preso tutte le precauzioni possibili a livello di sicurezza e privacy, alcune immagini sono uscite dal contenitore che li proteggeva per arrivare alla mercé di tutti. Ci si potrebbe domandare come mai siano uscite fuori dal controllo dell’area protetta. Ma la domanda migliore sarebbe chiedere chi sia stato a farle uscire. E la risposta risulterà davvero banale.
Sono stati i dipendenti stessi dell’azienda, i cosiddetti etichettatori proprio perché etichettano i dati forniti da questi robot. Cosa è successo è presto detto. I dipendenti in questione hanno iniziato a parlare del loro lavoro e del fatto se sia giusto o meno spiare gli utenti. Inoltre, per avallare la loro posizione hanno inviato degli screenshot delle foto sui gruppi social in cui era stata avviata la discussione. E da qui, vi lasciamo immaginare i vari giri infiniti che queste immagini hanno compiuto. Nonostante l’azienda abbia dichiarato che questo comportamento è riprovevole e viola la privacy, resta il fatto che non c’è un piano funzionale di controllo dei propri dipendenti da remoto sparsi in tutto il globo.
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