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Carte di credito scoperte: ecco in quali casi non sono pignorabili, ma fai attenzione

Alcuni esempi di carte di credito per lo shopping online – www.iphonari.it

Ecco una breve guida per capire quali carte di credito sono pignorabili dal Fisco in caso di insolvenza, e quali invece sono “al sicuro”.

I tempi recenti risultano piuttosto complicati da affrontare per molte famiglie, soprattutto a livello economico. Per questo si teme spesso che si possa diventare insolventi, anche per cose “meno gravi”, o comunque meno dispendiose di denaro. Ma il vero problema può presentarsi da parte del Fisco.

Già, perché questa parte dell’amministrazione statale è sempre molto attenta alle attività dei cittadini, in particolare a livello fiscale, per l’appunto. L’agenzia si occupa di monitorare ogni tipo di transazione che sia tracciabile di per sé. Ad esempio, i pagamenti tramite le carte di credito, le carte prepagate, oppure utilizzando un bancomat.

Nel caso sfortunato in cui un cittadino o un’intera famiglia si trovi in una situazione di morosità, di qualsiasi tipologia, le proprie carte di credito possono essere soggette a pignoramento da parte del Fisco, e quindi dello Stato.

Per comprendere più a fondo come funzionano le cose in queste circostanze, in questo articolo andremo ad approfondire quali carte di credito possono essere confiscate per motivi come l’insolvenza; ma soprattutto, SE tutte le carte esistenti possono o meno subire tale trattamento.

Proviamo a vederci più chiaro

Come già accennato, il Fisco è in grado di provvedere al pignoramento dei beni di un individuo o di un nucleo familiare, qualora questi risultasse insolvente e quindi in difetto di morosità. Scopriamo, perciò, quali carte di credito, di debito, prepagate e bancomat sono suscettibili di requisizione da parte dell’Agenzia delle Entrate.

Le più usate per acquisti e debiti – www.iphonari.it

Esistono diverse tipologie di carte, come quelle appena citate, ma sostanzialmente tutte possono essere pignorate in caso di necessità. La questione prescinde il fatto che siano prepagate o meno, perché ciò che è davvero rilevante è che ogni carta di credito o di debito è collegata al proprio conto corrente, dunque tracciabile in toto. Conseguentemente a ciò, il denaro che viene depositato è facilmente riconducibile al debitore.

Forse l’unica eccezione a questa disposizione del Fisco sono le carte prepagate cosiddette “usa e getta”. Si tratta di semplici carte su cui è possibile solamente depositare una somma esigua di denaro per piccoli acquisti, ma mai prelevarlo. Quindi quando questo è terminato, la carta non è più utilizzabile. Queste carte non sono nominative, e si possono ottenere senza presentare necessariamente un documento d’identità. Il motivo per cui in teoria queste non sono pignorabili è dovuto al fatto che sono difficilmente tracciabili ed accessibili, probabilmente proprio perché in via di estinzione.

Alessia Mennitti

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