Lo Stato finalmente interviene: abolita la tassazione che ogni italiano odia, era una vera emorragia di denaro
Recentemente Matteo Salvini, ora Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, ha proposto un DDL sull’abolizione definitiva del canone RAI.
Matteo Salvini, il leader del partito italiano Lega, ha recentemente proposto l’eliminazione definitiva del canone RAI. Il canone RAI è una tassa che tutti i possessori di un televisore in Italia devono pagare per finanziare il servizio pubblico radiotelevisivo RAI.
Salvini ha sostenuto che il canone RAI è obsoleto e ingiusto, poiché obbliga anche coloro che non guardano i canali RAI a pagare una tassa. Inoltre, ha sottolineato che il servizio pubblico radiotelevisivo dovrebbe essere finanziato da altri mezzi, come le tasse generali, anziché da un canone specifico.
Questa proposta ha suscitato molte reazioni contrastanti in Italia. Da una parte, c’è chi sostiene che l’eliminazione del canone RAI sia una mossa positiva che libererebbe i cittadini dal pagamento di una tassa ingiusta e che spesso viene utilizzata per finanziare programmi di bassa qualità. Dall’altra parte, c’è chi sostiene che l’eliminazione del canone RAI metterebbe in pericolo il servizio pubblico radiotelevisivo, poiché la RAI dipende in gran parte dal canone per finanziare la sua programmazione.
Il DDL (Disegno di Legge) illustra che “il servizio radiofonico, televisivo e multimediale è un servizio pubblico indispensabile per mantenere e affermare i valori culturali e sociali e difendere, al contempo, le identità locali”. Dunque, è chiaro che la proposta del segretario della Lega miri ad “un’informazione fruibile e condivisibile offerta tramite televisione, radio e altri dispositivi multimediali diffusa attraverso le diverse piattaforme che risponda, prioritariamente, ai compiti di libertà, completezza, obiettività e pluralismo dell’informazione, nonché di valorizzazione delle identità locali e delle minoranze linguistiche”.
Una mossa politica che forse doveva esser fatta tempo fa
Inoltre, ci sono anche preoccupazioni per il futuro dell’informazione pubblica. Senza il servizio pubblico radiotelevisivo, i cittadini potrebbero essere esposti a informazioni di bassa qualità e manipolazioni dei media, poiché i media privati possono essere influenzati da interessi politici ed economici.
In risposta a tutto ciò, Salvini ha parlato di un nuovo canale televisivo culturale “interamente dedicato alla trasmissione di programmi e rubriche di promozione culturale, nel quale non possono essere trasmessi spot”. Continua, poi, sottolineando l’importanza del “contenimento dei costi e di garanzia sulle responsabilità editoriali, che non si possa esternalizzare più del 30 per cento delle produzioni, organizzazioni e realizzazioni di trasmissioni”.
In conclusione, la proposta di Matteo Salvini di eliminare definitivamente il canone RAI ha sollevato molte preoccupazioni e domande riguardo al futuro del servizio pubblico radiotelevisivo in Italia. Mentre alcuni sostengono che l’eliminazione del canone RAI sia una mossa positiva, altri temono che possa mettere in pericolo l’indipendenza e la qualità dell’informazione pubblica. È importante che il dibattito su questo argomento prosegua e che vengano considerate tutte le implicazioni di una decisione così importante.