Di truffe in giro per il mondo, ed anche in Italia, ce ne sono tantissime e tutte portate avanti con diverse modalità criminali.
Quelle con cui si ha a che fare ogni giorno, prendono tutte di mira le carte di credito. Ci sono quelle online, quelle telefoniche, ma l’obiettivo è solo e soltanto uno: rubare i dati sensibili. Partiamo da quelle online. Avete presente quelle mail o quei messaggini che arrivano e sembrano davvero innocui? Bene, diffidate da questi.
Infatti, all’interno del testo, oltre un messaggio che ha carattere di urgenza perché ci sono movimenti sospetti sul conto corrente, c’è un link che, se cliccato, vi farà rimpiangere di possedere un telefono cellulare. Spinta dalla voglia di mettere a posto la situazione, compilate i vari form e dopo averlo fatto, potrete dire addio ai vostri risparmi.
Poi, ci sono le truffe telefoniche. Alcune viaggiano sulla lunghezza d’onda delle precedenti, ovvero, hanno le stesse motivazioni. Al termine della telefonata inviano il famoso link di cui abbiamo già parlato. Poi, ci sono le telefonate di trading che sfruttano i brand più conosciuti per far sì che gli utenti si fidino e perdano tutti i loro soldini.
E, ovviamente, ci sono le truffe per strada. Quelle fatte agli sportelli Bancomat per intenderci. Ovviamente, non ci sono solo quelle e qualcuno ha adottato un metodo utilizzato per gli ATM, ma su altri dispositivi. in questo articolo ve ne parleremo ampiamente per mettervi in guardia da spiacevoli problematiche.
Ciò che è stato scoperto, è accaduto a Roma, ma state bene attenti perché qualcuno in giro che utilizza lo stesso metodo c’è e non è stato ancora beccato. Rendetevi conto che per questi criminali, la truffa in questione ha fruttato ben 300 mila euro. Una cifra da capogiro. In pratica, era un secondo lavoro. Ma vediamo nel dettaglio cosa è accaduto. I bersagli di questi truffatori erano turisti sudamericani ed asiatici.
Persone che, quindi, abitavano molto lontano. Le zone della truffa erano tutte centrali e piene di turisti: Piazza di Spagna e Fontana di Trevi tra tutte. La banda era formata da ben 20 persone, tra cui numerosi camerieri e tanti titolari dei negozi. Ma come avveniva questa truffa? In pratica, all’atto del pagamento, la carta veniva passata prima nel Pos e, poi, di nascosto all’interno di uno skimmer per rubare e memorizzare i 16 numeri della carta. Ed il Pin? Facile!
Lo tenevano a mente! Così, una volta clonate le carte, procedevano ad acquisti di vario genere. Ed il giro di affari è stato davvero notevole. Almeno quello che si conosce al momento. Pensate che i fatti risalgono al 2015, ma il rinvio a giudizio c’è stato solo pochi giorni fa. Quindi, le vittime possono essere state molte di più rispetto a quelle conosciute al momento. Il consiglio, quando pagate con carta è di pagare voi stessi e tenere ben salda la vostra. Non si sa mai!
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