Da quando è stato immesso l’obbligo del Pos si è scatenato il caos e sono montate numerose proteste, ovviamente, da parte degli esercenti.
Queste erano sì legate all’obbligo entrato in vigore, ma, soprattutto a quelle che erano e sono le commissioni sulle transazioni. Queste ultime, infatti, sono altissime. E molti commercianti si sono battuti affinché fossero eliminate sulle transazioni inferiori ai 10 euro e calmierate quelle che non superavano i 30 euro.
C’è stato anche chi ha avuto l’esenzione. parliamo di tutti i tabaccai. Ma il 26 giugno scorso questo privilegio è decaduto, poiché l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, ha reimmesso l’obbligo anche per questa categoria di esercenti. Possiamo dire che tale obbligo sia positivo, poiché consente ai cittadini di scegliere il proprio metodo di pagamento.
Infatti, possono pagare sia in contanti che con le loro carte. E non potranno sentirsi dire che il Pos non sia funzionante dato che scatterebbero delle sanzioni poco convenienti. Nonostante ciò, però, c’è ancora qualcuno che è restio ed altri che si sono inventati qualcosa di assurdo. In pratica, hanno immesso una sorta di tassa per il pagamento con Pos.
Sì, avete capito benissimo. Spesso, ci si ritrova con una ricevuta di pagamento che mostra una cifra superiore a quella spesa. Ed il motivo sta nel fatto che l’esercente ha inserito una voce relativa alla modalità di pagamento digitale. Il caso più eclatante è avvenuto a Venezia pochi giorni fa. Lo analizzeremo e capiremo se tale comportamento si o meno rispettoso delle Leggi vigenti.
Crediamo che abbiate sentito o letto tutti di ciò che è accaduto ad un avventore in un bar di Venezia. Ha fatto colazione e, poi, ha chiesto di pagare con carta. All’atto della transazione si è visto inserire un servizio aggiuntivo. Si tratta del “servizio pagamento bancomat“. In pratica, su un conto di 3,70 euro, si è visto aggiungere un ulteriore costo di un euro.
Una vera e propria tassa, se pensiamo alla percentuale. Stiamo intorno al 27%. Ma il comportamento di questo esercente è giusto, è legale? Il cliente ha denunciato tutto ed anche in maniera repentina. E possiamo dire che ha fatto benissimo. Nessuno potrà richiedere un costo in più per il servizio di pagamento con carte.
La direttiva europea Payment Service Directive 2 lo vieta espressamente. Ma c’è anche l’articolo 62 del Codice del Consumo a ribadirlo a chiare lettere. Non si può addebitare ai clienti alcuna spesa per gli strumenti di pagamento offerti. Il supplemento aggiunto è illegale e non andava assolutamente aggiunta.
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