Andremo sulla Luna per rimanerci: ecco come l’Uomo intende renderla abitabile e confortevole come la Terra | Avremo un pianeta gemello
C’è un progetto notevole, fantasmagorico in giro che è tutto italiano, sì, perché è targato Polimi ed Agenzia Spaziale Italiana.
Il Polimi è, come ben sapete, il Politecnico di Milano, fondato nel lontano 1863. L’Agenzia Spaziale Italiana, invece, è un ente governativo di più recente istituzione. E’ nata nel 1988 e dipende completamente, quindi anche sotto l’aspetto economico, dal Governo italiano. E c’è da dire che sono tante le missioni spaziali gestite dall’ASI.
Tornando al nostro discorso, ovvero al progetto di cui abbiamo dato cenno in apertura, possiamo certamente svelare il suo nome. Il progetto è stato battezzato Oracle che è l’acronimo di “Oxygen Retrieval Asset by Carbothermal-reduction in Lunar Environment“, ovvero “Asset per il recupero dell’ossigeno mediante riduzione carbotermica in ambiente lunare“.
Tale studio, però, fa parte dell’insieme di ricerche scientifiche e tecnologiche che stanno avendo luogo in tutto il mondo e che mirano a raccogliere dall’ambiente di un altro pianeta del sistema solare le risorse necessarie alla vita su questi. Parliamo di vita abitata, ovvero si sta cercando di capire se si potrà realmente abitare su questi pianeti.
I corpi celesti oggetto della ricerca sono Marte e la Luna. Questo progetto è già lo step successivo del progetto avviato in precedenza sempre dal politecnico di Milano per conto dell’Esa. In quel caso, si mirava alla progettazione e alla realizzazione di un sistema che sarebbe stato in grado di ricavare acqua dalla regolite lunare. Vediamo, invece, ora , questo progetto quali obiettivi si pone. Vi diciamo subito che sono molto, ma molto ambiziosi.
Oracle si pone come obiettivo l’abitabilità della Luna: sarà come stare a casa propria.
Secondo Raffaele Mugnuolo, responsabile dell’Unità esplorazione, infrastrutture orbitanti e di superficie dell’ASI, questo progetto farà in modo che sia il Politecnico di Milano sia l’Agenzia Spaziale italiana recitino un ruolo da protagonisti all’interno del programma Artemis della Nasa. E stiamo solo all’inizio di una fantastica avventura.
In pratica, questo progetto di collaborazione porterà alla produzione di un sistema tecnologico che sarà in grado di produrre ossigeno. Ma dovrà farlo partendo dalla regolite lunare che già abbiamo menzionato in precedenza quando si è parlato dell’estrazione dell’acqua da questo materiale. Questo è lo strato più esterno della superficie del nostro satellite.
Una volta ottenuto l’ossigeno, questo risulterà un grandissimo passo in avanti che, oltre a non obbligare, durante le missioni, il trasporto di questo, consentirà anche un insediamento autonomo. Ciò vuol dire che chiunque arrivi sulla Luna potrà restarci, avendo autonomia di ossigeno. Non bisognerà più portarselo dalla Terra. Sarà un primo passo verso l’abitabilità del nostro satellite?