Causa contro Facebook e TikTok: sono accusati di catturare e creare dipendenza | Le vittime sono soprattutto i giovani
Si è parlato, molto spesso, dell’utilizzo massivo degli smartphone e della dipendenza che si è creata tra questi piccoli, ma potenti device e gli utenti che ne sono in possesso.
Certo, non è il solo problema che possano portare in dote. Ce ne sono anche di molto più pericolosi. Per molti, infatti, l’utilizzo di questi dispositivo è correlato con l’insorgenza di tumori al cervello. In più, bisogna sapere che sono stati riscontrate, da alcuni studi molto recenti, problematiche relative all’insorgenza di malattie psicologiche.
Sì, avete capito benissimo. E ciò accade soprattutto nella popolazione più giovane. Sì, gli adolescenti, in particolare, tendono ad isolarsi e ad estraniarsi da quella che è la realtà per vivere 24 ore su 24 in un mondo fatto di foto, video e chat. Insomma, l’utilizzo massivo dello smartphone può rivelarsi altamente pericoloso per tutte le fasce di età, ma prende di mira soprattutto chi è agli inizi della propria vita.
Ora, però, è arrivata una notizia davvero sconcertante che riguarda alcune applicazioni in particolare. Si tratta di alcune delle piattaforme social più conosciute ed utilizzate in tutto il mondo. Ed è stata anche intentata una causa contro le società che le hanno sviluppate. L’annuncio della volontà di andare per vie legali è arrivato alla fine dello scorso mese di gennaio.
Ma solo adesso si è proceduti in via definitiva. L’accusa è la “creazione di dipendenza” in persone molto giovani e che, di conseguenza, sono ancora molto vulnerabili. Autorità cittadine, scolastiche e sanitarie si sono unite in alleanza per fronteggiare questi problemi visibili, tangibili sulla pelle degli adolescenti e delle persone più giovani.
TikTok, Facebook, YouTube accusate di “attrarre, catturare e creare dipendenza nei giovani”!
E’ questa la notizia che sta facendo parlare di sé e che arriva direttamente dagli Stati Uniti d’America. In particolar modo, è stato il Sindaco di New York a promuovere questa azione legale ed è stato subito affiancato dal distretto scolastico ed anche dalle Autorità sanitarie locali. Secondo questi, le varie piattaforme citate, hanno sottoposto e continuano a farlo, gli utenti giovanissimi a contenuti dannosi, diseducativi.
E tutto ciò contribuisce ad incrementare quelli che sono i problemi relativi alla salute mentale di bambini e ragazzi. In particolar modo, l’attenzione degli accusatori è focalizzata sul fatto che la supervisione dei genitori su queste piattaforme non sia considerata nella giusta misura. In pratica, questi ultimi, possono fare poco e niente per i propri figli.
Non possono, in pratica, tenere d’occhio le attività dei loro pargoli né comprendere al meglio i contenuti visionati e le loro interazioni. Ci sarà sicuramente filo da torcere per Meta, Google, ByteDance. La speranza è che, finalmente, dopo questa presa di coscienza americana, anche altri Governi nel mondo possano svegliarsi e regolamentare al meglio la vita dei loro cittadini più giovani.