Dal Giappone arriva l’ultima frontiera delle truffe | Il “wangiri” sta facendo tantissime vittime
Di solito abbiamo parlato di attacchi informatici che arrivano dall’Oriente, focalizzando la nostra attenzione su alcune Nazioni di quelle zone.
Questa volta, però, il pericolo arriva da un posto di cui non si era mai parlato prima. Parliamo del Giappone. Si, avete capito benissimo. Si tratta di una truffa bella e buona che sta facendo già numerosissime vittime in tutto il mondo. In pratica, i poveri malcapitati perdono tutto ciò che hanno. Non rimane loro più nulla. È qualcosa di davvero assurdo ed allo stesso tempo geniale e malvagio.
Di truffe, nel corso di questi anni ne abbiamo imparate tantissime. E noti sono gli utenti che sono caduti in queste trappole subdole. E non parliamo soltanto di quelle ai Bancomat, ma anche di quelle che avvengano da remoto, via mail o via telefono. Abbiamo imparato a riconoscere il phishing dallo smishing. In realtà, sono la stessa cosa, ma sono gli strumenti utilizzati a differire.
Nel primo caso si utilizza la mail, mentre nel secondo, si utilizzano gli SMS. L’obiettivo, però, è lo stesso: fare cliccare il link contenuto in essi, facendo leva sull’urgenza di risolvere una problematica dannosa. Una volta cliccato il link, si aprirà un sito del tutto simile a quello di aziende o banche conosciute. Gli utenti compileranno i form contenuti all’interno e da quel momento inizieranno i guai seri.
Diranno addio a tutto ciò che hanno, dai loro dati personali, ai contatti, agli SMS, fino alle credenziali bancarie ed ai loro soldini. Insomma, ne viene fuori una vera e propria catastrofe. Ora, però, il pericolo maggiore è un altro e venlo abbiamo accennato in precedenza. Ha un nome giapponese, piccolo, semplice da pronunciare e che non mette timore. Ed invece dovrebbe, perché incapparci risulterebbe essere una vera e propria tragedia.
Ecco la truffa della telefonata: utenti presi alla sprovvista.
Ebbene sì, parte tutto da una semplice telefonata. In realtà, si potrebbe chiamarla anche “truffa dello squillo“. Per questo è stata ribattezzata truffa del wangiri. La traduzione della parola giapponese nella nostra lingua suona proprio così: “uno squillo e giù!“. In pratica, i criminali non hanno alcuna intenzione di intraprendere una conversazione per truffare le proprie vittime designate.
Anzi, fanno proprio in modo che queste ultime non riescano a rispondere alla telefonata. Ma il numero di telefono chiamante sarà visibile e loro, ovviamente, proveranno a contattarlo per capire chi sia ad aver telefonato. E proprio quando provano a chiamare, ecco che ha inizio il disastro, ecco che si avvia la truffa vera e propria. Si, perché la chiamata verrà deviata verso un altro numero.
E questa volta sarà a pagamento. Verranno scalati loro tantissimi soldi ed in più, saranno protagonisti di sottoscrizioni inconsapevoli di abbonamenti a servizi tra i più disparati. È una truffa partita dal Giappone diverso tempo fa, ma solo adesso, nelle ultimi settimane, sta prendendo piede sul serio anche nel nostro Paese. E, come al solito, sono già tanti gli utenti che ci sono cascato ed hanno avuto enormi perdite di soldi.