Google: mega multa da 62 milioni di dollari per il colosso tech di Mountain View | Utenti spiati anche contro la loro volontà
La sentenza appena arrivata che condanna il colosso tech americano è una di quelle notizie che, pur facendo gioire, lascia un po’ d’amaro in bocca.
Ebbene sì, avete capito benissimo, perché è vero che è arrivata la condanna, ma è anche vero che si è scoperto qualcosa di molto raccapricciante e che riguarda dei comportamenti che oseremmo dire disonesti da parte di un’azienda di cui la stragrande maggioranza degli utenti ha riposto e ripone tutt’ora la loro fiducia incondizionata.
E, purtroppo, adesso, con il senno di poi, ci viene da dire che si è trattato di un errore enorme. Attenzione, però, perché non stiamo parlando di ciò che è stato scoperto un po’ di tempo fa e che pure ha portato ad una Class Action ed alla relativa condanna di Google. In questo caso, infatti, si scoprì che la navigazione in incognito, tanto in incognito non era.
Sì, perché l’azienda californiana poteva vedere tutta la cronologia dei siti web visitati dagli utenti in questa modalità ed ha, finanche, “regalato” a terzi tutte i dati e le informazioni di profilazione a soggetti terzi per far sì che potessero far visionari agli utenti pubblicità mirate. Insomma, una vera e propria rogna. In quel caso, però, Google non doveva risarcire.
Né, tantomeno, ha dovuto pagare. Quel che ha dovuto fare è stato soltanto cancellare i dati degli utenti carpiti con l’inganno. Ora, invece, si ritrova a dover pagare una multa pesantissima ed ancora una volta per aver violato la privacy dei suoi utenti. Insomma, è finita ancora nell’occhio del ciclone ed ancora una volta per le stesse motivazioni!
Nuovamente mancanza di trasparenza da parte di Google nei confronti degli utenti!
C’é poco da fare. Ormai, non ci si può fidare più di niente e di nessuno. E lo dimostra il fatto che un colosso tech come Google ha violato la privacy dei suoi utenti. Oggetto del contendere, nuovamente, la raccolta dei dati per la profilazione degli utenti. Ed ancora una volta ci si è ritrovati di fronte ad attività che oseremmo dire illecite.
Sì, perché Google ha continuato a incamerare e memorizzare tutti dati e le informazioni anche di tutti quegli utenti che non aveva, di fatto, autorizzato l’azienda a raccoglierli! In particolar modo, tutto è partito dal tracciamento della posizione degli utenti da parte di Google Maps, nonostante gli utenti avessero disattivato la loro cronologia delle posizioni.
In realtà, però, nonostante Maps rivestisse un ruolo fondamentale in queste operazioni di raccolta dati, c’erano anche altre applicazioni a farlo, come YouTube, ad esempio. Ed ecco, allora, che proprio dalla California, parte la riscossa degli utenti che dovranno essere risarciti dall’azienda con ben 62 milioni di dollari. Inoltre, a Google è stato intimato di eliminare definitivamente questi dati carpiti con l’inganno!