Multe da autovelox addio: la sentenza della Corte di Cassazione fa giurisprudenza | Fioccheranno i ricorsi
Le multe da autovelox, nell’ultimo periodo, sono aumentate a dismisura, ma ora si possono non pagare. Vediamo il perché.
Questi dispositivi per il controllo elettronico della velocità sono spuntati come i funghi sul nostro territorio nazionale. Gli automobilisti se li ritrovano dovunque, dalle autostrade fino alle strade più nascoste, quelle comunali nascoste, sconosciute, che collegano due punti della stessa città.
Insomma, il pericolo di ritrovarsi con una muta per eccesso di velocità è evidente. Si rischia grosso, finanche il ritiro della patente. Le regole sono cambiate e sono diventate maggiormente stringenti. Non si possono fare passi falsi, altrimenti si rischia veramente grosso.
Sono tanti i cittadini che si lamentano abbondantemente di ciò che sta capitando, anche perché, nello stesso giorno e sula stessa strada, si corre i rischio di incappare in più multe nel giro di pochissime centinaia di metri. Per fortuna, però, la Corte di Cassazione ha emesso una sentenza epocale in merito.
Stop a pagamento delle multe per eccesso di velocità fatte dagli autovelox
La sentenza della Corte di Cassazione è la n. 10505\2024 ed è destinata a fare giurisprudenza. Ebbene si, avete capito bene, grazie ad essa molti automobilisti potranno non pagare le sanzioni che li interessano, impugnandole e facendo ricorso. Lo si può fare entro 60 giorni davanti al Prefetto, oppure dinanzi al Giudice di Pace.
In questo caso, però, non possono passare più di 30 giorni. Nel caso in cui la multa sia arrivata prima della sentenza datata 18 aprile di questo anno, tutte le multe sono state protagoniste di una sanatoria. Il motivo di questa sentenza è da ritrovarsi in un difetto di forma legato proprio ai dispositivi per il controllo elettronico della velocità e nel significato di alcune parole.
Approvato o omologato: è questa la differenza sostanziale
Un dispositivo è approvato quando c’è stata, ovviamente, l’approvazione di un prototipo di autovelox, ma questo non è stato testato e comparato per avere contezza delle sue caratteristiche peculiari. Un dispositivo, invece, si ritiene omologato quando il Ministero autorizza la produzione degli autovelox, dopo che questi sono stati sottoposti a test all’interno di laboratori autorizzati.
In pratica prima che questi possano essere prodotti e messi in strada, la loro funzionalità deve essere certa così come la precisione dello strumento di rilevazione elettronica di velocità. Questa sentenza ha dato ragione ad un automobilista che era stato multato da un dispositivo soltanto approvato installato dal Comune di Treviso.